3.4.2. Quali errori correggere nel contesto
camerunense ?
Durante l'indagine condotta sul campo abbiamo notato, con
l'ausilio dei questionari somministrati ai docenti, che nel nostro contesto
dobbiamo correggere gli errori da interferenze con le lingue locali soprattutto
con la lingua francese perché gli allievi ne commettono troppi (Cfr.
Fig.3.4.); essi parlano come hanno detto i docenti intervistati
«l'italiano in francese» cioè pensano in francese prima di
tradurre il loro discorso in italiano ci? che determina l'emergere dei
cosiddetti francesismi o transfert negativi. Bisognerebbe quindi
concentrarsi su come e quando correggerli.
3.4.2.1. Come correggere?
Va detto che la correzione di una forma erronea non andrebbe
applicata indistintamente a tutti i tipi di errore commessi da uno studente ma
occorrerebbe da parte dei docenti camerunensi:
· non essere invasivi:
Quando si corregge, nell'orale come nello scritto, bisogna
essere discreti. Perciò, nell'interazione orale è consigliabile
intervenire in modo limitato, solo se la comunicazione risulta in qualche modo
disturbata. Gestire in modo troppo rigido gli scambi comunicativi, fra studenti
o tra studente e insegnante, con frequenti rilievi di carattere formale, ha
l'effetto di interrompere la comunicazione anziché favorirla. È
meglio quindi non interferire con il flusso del discorso, ma prendere nota
degli errori più frequenti e proporre in seguito attività di
riflessione critica da condividere con la classe. Nella correzione scritta
l'insegnante deve fare in modo che il testo originale sia sempre chiaramente
visibile. Quindi evitare di correggere scrivendo sopra alle parole; è
meglio usare il margine del foglio o lo spazio tra le righe, anche per
interventi minimi (l'aggiunta o la correzione di una singola lettera).
· non essere ambigui :
L'insegnante deve fare in modo che, di fronte ad un errore
segnalato, lo studente possa capire di che cosa si tratta (un errore
grammaticale, la scelta sbagliata di una parola, il mancato rispetto di
convenzioni sociali, un'informazione inesatta ecc.). Per questo è
preferibile che la correzione diventi un momento di confronto tra studente e
insegnante, invece di essere una pratica che l'insegnante sbriga da solo, a tu
per tu con il testo dello studente.
· rispettare la personalità dello studente:
L'insegnante deve cercare di abbassare il più possibile
il filtro affettivo perché, correggendo con insistenza da un lato induce
l'apprendente a esercitare un maggior controllo formale sulle proprie
produzioni linguistiche, ostacolando la spontaneità necessaria per un
uso comunicativo della lingua, dall'altro genera frustrazione, insicurezza e
perdita di autostima. È indispensabile perciò fare in modo che in
classe regni un'atmosfera distesa: meno ansioso è il discente, meglio
procede il suo apprendimento linguistico. Quindi, quando si propone
un'attività, le regole del gioco devono essere chiare: lo studente deve
sapere in anticipo se la sua produzione, orale o scritta, sarà oggetto
di correzione. Questa è un'informazione che può essere
determinante per la sua condizione psicologica. Quando poi l'insegnante decide
di correggere, deve agire tenendo conto della sensibilità dello
studente, e fare sempre in modo che non si senta umiliato. Anche nei testi
scritti è molto importante che l'insegnante abbia un atteggiamento il
più possibile aperto e disponibile, accettando senza pregiudizi le idee,
lo stile e il linguaggio scelti dallo studente. Inoltre, è bene
ricordare che la quantità di interventi da fare su uno scritto non deve
essere direttamente legata alla quantità degli errori commessi. Per
finire, quando si commentano le produzioni (orali o scritte) è
consigliabile rilevare almeno un aspetto positivo, prima di far riflettere
sugli errori. È uno dei modi per rafforzare l'autostima
dell'apprendente: la convinzione di potercela fare è fondamentale per
progredire.
· adeguare la correzione alle capacità dello
studente:
L'insegnante che rileva con grande scrupolo ogni più
piccolo errore forse sente di aver assolto pienamente il suo dovere;
però, un testo disseminato di segni, oltre a mortificare lo studente,
può rivelarsi inutile, perché quest'ultimo ha una limitata
capacità di concentrare la sua attenzione sugli errori e di
comprenderli. Inoltre un lavoro correttivo che non abbia successo è
molto deprimente sia per lo studente che per l'insegnante. Risulta quindi
più efficace limitare le correzioni e scegliere un certo numero di
errori sui quali intervenire predisponendo strategie preventive o
attività di rinforzo. È bene anche ricordare che, quando un testo
presenta troppi errori, la causa non è sempre da attribuire allo
studente; talvolta la responsabilità è dell'insegnante, che non
ha calibrato la difficoltà del compito sulle effettive capacità
dell'apprendente.
· far lavorare gli studenti sulle correzioni:
La correzione è utile solo quando permette di
individuare i problemi e stimola lo studente a migliorare. Troppo spesso le
correzioni non vengono quasi considerate dagli apprendenti, che badano solo
alla valutazione. Per questo motivo ribadiamo l'opportunità di separare
l'attività di correzione dalla valutazione e di proporre agli studenti
un lavoro aggiuntivo a partire dagli errori. È utile per esempio
proporre attività di autocorrezione oppure restituire agli studenti
elaborati corretti chiedendo loro di copiare le correzioni fatte, o di provare
a spiegare l'errore, o di riscrivere alcune parti del testo. L'insegnante
dovrebbe inoltre utilizzare gli errori commessi dagli studenti per preparare
attività di recupero o di rinforzo.
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