3.4.1.2.3. La correzione classificatoria
Essa consiste nel dare informazioni sul tipo di errore a
margine del testo, usando un'etichetta o un simbolo. È il metodo di
correzione più impegnativo, perché richiede da parte
dell'insegnante un discreto lavoro di preparazione. Egli deve prima di tutto
decidere su quale classificazione di errori basarsi e costruire una lista di
etichette e abbreviazioni, poi essere coerente nell'uso delle etichette
prescelte. Per una illustrazione dettagliata di questa forma di correzione
seguiamo questo schema:
(Cfr. Diadori, 2001)
Il vantaggio di questa forma di correzione è che la
correzione data dall'insegnante è la chiave su cui lo studente deve
lavorare per arrivare alla soluzione, operazione che lo rende consapevole
dell'apprendimento perché richiede un ruolo attivo. Per l'efficacia di
questa forma di correzione, ci vuole tempo e impegno da parte dell'insegnante.
Tuttavia, questa forma di correzione viene usata quando l'allievo è in
grado di riconoscere e provare a correggere sé stesso. Perci?, con
questa forma di correzione, vogliamo portare gli studenti a riflettere mettendo
alla prova le loro conoscenze.
3.4.1.2.4. L'autocorrezione e la correzione tra
pari
Di solito si pensa che correggere sia un lavoro da insegnanti
o perlomeno lo pensano gli studenti. Coinvolgere in questa operazione proprio
gli studenti è invece una pratica da consigliare, perché
rappresenta un ottimo sistema per renderli attivi e consapevoli del loro
apprendimento, oltre ad aiutarli a raggiungere un'autonoma capacità di
autovalutazione. È sempre opportuno che l'insegnante condivida con lo
studente le correzioni fatte, ritagliando alcuni momenti a tu per tu da
dedicare all'analisi dei testi e al confronto critico, così come
è utile stimolare la correzione collettiva, suscitando commenti e
proposte da parte della classe. La gamma delle attività di correzione
gestite dagli studenti, oltre alla maggiore o minore presenza dell'insegnante
con funzione di guida, tiene conto anche di altre variabili: lo studente
può correggere il proprio testo, quello di un compagno che conosce o
quello di uno studente anonimo; inoltre può lavorare da solo, oppure con
uno o più compagni. Quindi, per accrescere nello studente la
consapevolezza di come procede l'acquisizione della lingua e delle
difficoltà che incontra, oltre a individuare e correggere gli errori,
è opportuno indurlo di tanto in tanto a riflettere e a dire
esplicitamente quello che pensa:
· sulle cause degli errori che commette
· sulle difficoltà che a suo parere l'italiano
pone anche confrontato con la lingua madre
· sugli scopi personali dello studio
· sui problemi di apprendimento che ha maggiori
difficoltà a risolvere
· sugli aspetti della lingua che ritiene importante
conoscere e padroneggiare (la grammatica, il lessico, la pronuncia, leggere,
scrivere, ascoltare, parlare, la cultura, ecc.).
In conclusione, dal paragrafo sulla correzione degli errori
emerge che nel corso dell'attività didattica e sulla base
dell'esperienza, ogni insegnante mette a punto un proprio metodo di correzione,
del tutto personale e funzionale agli obiettivi che intende perseguire.
Tuttavia, non c'è un metodo giusto per correggere una forma erronea, la
rilevanza di un errore quindi dipende da una serie di fattori fra cui:
· gli obiettivi del corso
· l'età degli allievi
· l'attività svolta e il tempo ad essa dedicato
· il grado di conoscenza della lingua da parte degli
studenti
Se l'errore è come accennato in precedenza il segno del
fatto che l'apprendente sta interiorizzando l'input, e si sforza di ipotizzare
e ricostruire una grammatica della L2, e la correzione un modo di fornire a
quest'ultimo informazioni rilevanti per aggiustare le proprie ipotesi, un
aiuto a «notare la differenza» tra il proprio sistema
interlinguistico e la lingua d'arrivo, è opportuno allora domandarsi:
quali errori correggere nel contesto camerunense?. Visto che la
peculiarità del contesto sociolinguistico e culturale del Camerun porta
gli apprendenti camerunensi di italiano a commettere numerosi errori.
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