3.4.1.2. La correzione nella produzione scritta
Nella produzione scritta gli errori sono più facilmente
individuabili e la pratica correttiva è in genere la più
familiare per l'insegnante. Quando egli decide di intervenire direttamente su
uno scritto e correggere, può scegliere diversi metodi, a seconda che
voglia dare più o meno informazioni a chi ha commesso gli errori.
Tenendo sempre presente in mente che correggere vuol dire fornire
all'apprendente dei suggerimenti che dovrebbero guidarlo a perfezionare e
consolidare la sua conoscenza delle norme linguistiche e comunicative.
Presentiamo qui i più comuni di questi metodi con un'esemplificazione
concreta, indicando i rispettivi vantaggi e svantaggi, nonché qualche
consiglio su quando utilizzarli.
3.4.1.2.1. La correzione comunicativa e rilevativa
La correzione comunicativa consiste nel segnalare solo gli
errori che compromettono l'efficacia del messaggio, aggiungendo commenti del
tipo cosa vuoi dire? non ho capito. La correzione rilevativa, invece,
è un sistema di marcatura che ha l'unica funzione di individuare
l'errore, senza dare altre indicazioni: gli errori possono essere semplicemente
sottolineati se localizzati in una parola o una locuzione, oppure
contrassegnati da un linea verticale in corrispondenza di porzioni di testo
scorretto più estese. A tal proposito, Diadori (2001) ci da un esempio
illustrativo di questa forma di correzione come segue:
Il vantaggio di questa forma di correzione è
che, dopo aver rilevato l'errore, non è necessario da parte
dell'insegnante dare indicazioni ulteriori che richiedono tempo e impegno.
Invece, il suo svantaggio risiede nel fatto che lo studente in molti punti
avrà difficoltà a capire che tipo di errore ha commesso e non
saprà come intervenire e rimediare. Inoltre, con questa forma di
correzione, l'allievo prova di conoscere, cioè errori post-sistematici (
errori che compaiono quando lo studente ha scoperto il sistema corretto, ma si
dimostra incoerente nell'applicazione delle regole. È la fase più
interessante dell'apprendimento, detta «fase della pratica»).
3.4.1.2.2. La correzione risolutiva
Essa consiste da parte dell'insegnante nel rilevare gli errori
e inseguito dare una riscrittura corretta delle parole, frasi o periodi che li
contengono. Con questa forma di correzione, non si scrive direttamente sul
testo, ma si contrassegnano le parole o le lettere con segni diversi che poi
sono riportati a margine e accompagnati dalla correzione come segue:
(Cfr. Diadori, 2001)
Il vantaggio di questa forma di correzione è che, lo
studente può osservare una versione corretta di ciò che ha
sbagliato. Al contrario, i suoi svantaggi sono:
· lo studente ha un ruolo passivo, perché la
soluzione fornita dall'insegnante non richiede altri interventi.
· nel caso di errori semplici, come quelli di ortografia
o di concordanza, non ci sono problemi perché la correzione è
pressoché univoca; nel caso invece di errori di lessico, oppure
sintattici e di organizzazione del testo, può accadere che la soluzione
offerta rifletta il parere dell'insegnante e comunque non sia l'unica
possibile.
· per riscrivere ogni forma scorretta, a volte interi
periodi, l'insegnante deve impiegare molto tempo.
Occorre notare che questa forma di correzione è usata
nel caso degli errori pre-sistematici o occasionali cioè quelli che
vengono commessi prima che lo studente sia consapevole dell'esistenza di regole
che governano quel determinato aspetto linguistico. In questa fase le forme
corrette sembrano prodotte per caso: per esempio, lo studente sembra aggiungere
a caso le desinenze dei tempi ai verbi, oppure le marche morfologiche della
persona verbale.
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