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Francese, italiano e lingue camerunensi a contatto: indagine sugli errori degli apprendenti d'italiano l2 presso il liceo classico e moderno di maroua

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par Edgar Jr MBIADJEU
Université de Maraoua - Cameroun - DIPES II 2014
  

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2.2.4. Gli obiettivi dell'insegnamento dell'italiano nelle scuole camerunensi

Con il decreto N°220/12/MINESEC/IGE/IP-LAL/LVII42(*), che definisce il programma provvisorio dell'italiano in Camerun, il Misnistero dell'Insegnamento Secondario Camerunense ha definito gli obiettivi generali dell'insegnamento dell'italiano in questi termini:

L'obiettivo principale dell'insegnamento/apprendimento di una lingua è lo sviluppo della competenza comunicativa da parte dello studente. L'insegnamento dell'italiano permette in effetti all'apprendente camerunense che si avvicina all'italiano di aprirsi al mondo, questo potrebbe condurre a un arricchimento della propria cultura, esperienza ed a un paragone tra la propria comprensione del mondo e quelli degli atri43(*).

Emerge da questo programma che, l'insegnamento dell'italiano nelle scuole secondarie camerunensi persegue scopi comunicativi, perché la lingua è prima di tutto strumento comunicativo. Perci?, gli obiettivi comunicativi dell'apprendimento di una lingua consistono essenzialmente nell'acquisizione della competenza comunicativa che include tre grandi aree:

· sapere la lingua italiana:

Si tratta di far acquisire allo studente le abilità linguistiche: comprendere; parlare; leggere e scrivere. L'insegnamento dell'italiano deve prendere in considerazione tutti questi aspetti linguistici a partire dalla base; nessuna abilità va trascurata.

· Sapere usare la lingua italiana:

L'apprendente deve acquisire la competenza socio-pragmatica cioè far uso della lingua per agire. Non si tratta di mettere molte parole insieme per il piacere, ma di combinarle di modo da trasmettere un messaggio, di modo da spingere l'interlocutore per agire. Questo integra le funzioni linguistiche e gli atti comunicativi:

- la funzione personale ( esprimere la sua personalità)

- la funzione interpersonale ( usare la lingua per stabilire un rapporto di interazione con le altre)

- la funzione referenziale ( usare la lingua per descrivere o spiegare la realtà)

- la funzione regolativo-strumentale (al fine di ottenere qualcosa per soddisfare la sua necessità)

- la funzione poetica (parlare per produrre effetti stilistici)

- la funzione metalinguistica (riflettere sulla lingua se stessa)44(*)

· saper integrare la lingua con altri codici disponibili per la comunicazione:

Si tratta qui di associare alla competenza linguistica una serie di competenze non verbali:

- la competenza fonologica (il parlante deve cercare di avere la pronuncia giusta)

- la competenza morfo-sintattica (per una buona combinazione delle parole)

- la competenza lessicale (per una scelta opportuna delle parole da usare in contesto)

- la competenza extralinguistica. Si tratta della padronanza di codici usati insieme alla lingua.45(*)

Tutte le componenti di questi saperi formano la competenza linguistico -comunicativa.

Il Quadro Comune Europeo di riferimento (2002), definisce le competenze linguistico - comunicative come «quelle che permettono a una persona di agire usando specificatamente strumenti linguistici». Essa comprende, quindi, le seguenti diverse componenti: la linguistica, la sociolinguistica, la pragmatica e la metalinguistica. Ognuna di queste competenze specifiche comprende a sua volta particolari abilità che la caratterizzano: la competenza linguistica include abilità relative alla fonologia, al lessico, alla morfosintassi e ad altri aspetti legati alla costruzione del linguaggio, non solo dal punto di vista conoscitivo, ma anche cognitivo. La competenza sociolinguistica riguarda, invece, i fattori socioculturali dell'uso linguistico, mentre la pragmatica è relativa agli usi e alle funzioni all'interno dell'atto linguistico, come: la padronanza del discorso, la coerenza, l'identificazione delle forme testuali, l'ironia e la parodia. La competenza metalinguistica include, infine, la capacità di riflettere sul processo d'apprendimento, abilità fondamentale per far seguire al discente un percorso d'acquisizione consapevole e autonomo. Tutte queste competenze vengono utilizzate dal parlante per compiere attività linguistiche, le quali riguardano: la ricezione, la produzione, l'interazione e la mediazione (interpretariato e traduzione), anche nelle forme integrate del loro uso. L'obiettivo dell'insegnamento linguistico è proprio quello di far padroneggiare la competenza linguistico - comunicativa, di rendere, cioè, il discente competente a tal punto da utilizzare le conoscenze in contesti diversi, rivestendole di significato proprio. Per un quadro completo della competenza linguistico - comunicativa, si rimanda allo schema seguente:

Fig.2.1. Schema della competenza linguistico-comunicativa46(*).

COMPETENZA LINGUISTICO -COMUNICATIVA

C. Linguistica C. Socio-linguistica C. Pragmatica C. Metalinguistica

c. morfosintattica c. socio-culturale c.pragmatica riflettere sul processo d'apprendimento

(uso della grammatica) (consapevolezza dei (usare la lingua a seconda

c. fonologia fattori culturali) delle funzioni)

(uso di suoni e intonazioni) c. In linguaggio non

c. grafemica verbali

(uso della scittura) (sapersi rapportare con altri)

c. lessicale

(genere parole)

c. testuale

(coerenza e coesione)

Tali competenze vengono utilizzate per compiere attività linguistiche: Ricezione, Produzione, Interazione, Mediazione più Abilità integrate .

Tutto questo è quello che l'apprendente d'italiano nei licei camerunensi ha bisogno di imparare, per gradi successivi; l'italiano per narrare, esprimere stati d'animo, riferire cose che lo riguardano, ovvero idee, esperienze, progetti; leggere e scrivere; la lingua per studiare; la riflessione linguistica. Naturalmente per arrivare a questo ci vuole prima di tutto tempo e pazienza. Cummins (1984), nella sua distinzione tra BICS (Basic Interpersonal Communication Skills, abilità comunicative interpersonali di base) e CALP (Cognitive-Academic Language Proficiency, abilità linguistica cognitivo-accademica), ipotizza che ci vogliono almeno due anni per sviluppare attività di interazione verbale in attività contestualizzate e in media cinque a sette anni per sviluppare le abilità linguistiche necessarie per svolgere attività a bassa contestualizzazione. Quindi, l'obiettivo delll'insegnamento della lingua italiana nelle scuole camerunensi deve imbocare questa strada, cioè cercare di far acquisire agli studenti tutti questi elementi senza i quali né la socializzazione, né la consapevolezza culturale, né l'autopromozione saranno possibili.

Occorre sottolineare che, gli apprendenti d'italiano nei licei camerunensi devono essere formati pertanto, in modo da rispettare le differenze che la cultura italiana presenta rispetto a quella camerunense. Vanno dunque combattuti gli stereotipi che potrebbero falsare l'interpretazione di una cultura ma, fornendo piuttosto dei sociotipi, secondo la definizione di Balboni (1999), cioè delle caratterizzazioni che derivano da una generalizzazione razionale di stereotipi empiricamente verificabili.

* 42 Allegato in appendice.

* 43 Nostra traduzione dal testo originale in francese.

* 44 Questa classificazione è stata fatta da Jakobson e halliday.

* 45 Per approfondimenti rimandiamo all'opera di Diadori, senza parole.100 gesti degli italiani, pubbicata nel 1990.

* 46 Questo schema è stato tratto dalla ricerca condotta da Alberto Novello sui Modelli operativi per l'insegnamento dell'italiano lingua straniera, disponibile sul sito: http://www.venus.unive.it/filim. Ultima consultazione 12 dicembre 2013.

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"Il ne faut pas de tout pour faire un monde. Il faut du bonheur et rien d'autre"   Paul Eluard